A marzo aumentano i libri letti, mi
sono allontanato molto dai miei territori e ho letto due classici,
uno mi è piaciuto molto, l'altro meno.
Jonathan Stroud: The screaming
staircase.
Ho iniziato la serie Lockwood and Co. di Jonathan Stroud grazie a un consiglio di Licia Troisi su twitter.
Stroud l'avevo perso dopo l'ultimo libro dedicato a Bartimeus,
L'anello di Salomone, che non mi aveva fatto impazzire. Sono contento
di averlo ritrovato perché questa serie mi sta piacendo molto, mi ha
conquistato fin dalle prime pagine.
Gli ingredienti principali:
ambientazioni londinesi, adolescenti a caccia di fantasmi, tutto un
mondo nuovo. Letto in inglese, ho potuto apprezzare la scrittura in
originale e devo dire che scorre veloce, non ci sono momenti di noia,
ti tiene avvinto.
Giorgio Bassani: Il giardino dei
Finzi-Contini.
Questo è uno di quei libri dei quali
ho sentito molto parlare durante la mia “carriera” di lettore.
Finalmente ho avuto l'occasione di leggerlo e con mia grande sorpresa
l'ho apprezzato moltissimo. Non sapevo bene, prima di leggerlo, di
cosa parlasse, questo fatto mi ha permesso di scoprire il libro
pagina dopo pagina. Temevo una scrittura lenta, il libro ha ormai 55
anni, invece la scrittura è veloce, la lingua chiara, era già
moderna allora.
La storia è di formazione, la crescita
di un ragazzo e poi un uomo negli anni all'inizio della seconda
guerra mondiale, ambientata a Ferrara che fa da microcosmo ma da dove
si parte per raccontare i fatti europei e mondiali di quegli anni,
soprattutto si racconta di un Italia che non c'è più.
Molto bello, sono contento di averlo
letto, era il momento giusto per leggerlo.
Luca Dotti: Audrey, mia madre.
Audrey Hepburn raccontata dal figlio
Luca. Ne esce un ritrattato di una donna forte che è
riuscita a sopravvivere agli stenti della seconda guerra mondiale,
una donna che si costruita una solida carriera nell'industria
cinematografica e che quasi alla fine della sua vita ha fatto
l'ambasciatrice per L'UNICEF. Ma la cosa che più viene fuori dalle
pagine è il ritrattato di una donna che ha fatto la mamma e che
provava piacere nel prendersi cura degli altri soprattutto attraverso
la cucina. Ci sono tante foto bellissime in questo libro, ci sono
tante ricette interessanti, sicuramente da leggere e da avere.
Jonathan Swift: I viaggi di Gulliver.
Mi sono ritrovato a dover leggere
questo classico della letteratura e devo confessare subito una certa
fatica nell'arrivare alla fine. Il libro è una satira della società
inglese dell'epoca di Swift, l'autore non ha trascurato nessun
aspetto della società. È denso, la scrittura è pesante, magari una
rinfrescata alla traduzione non sarebbe stata male ma siamo dalle
parti dell'eterno dilemma: traduco in maniera da essere più fedele
all'originale o modernizzo la lingua rischiando di snaturarlo? Non ho risposta, non lo so.