Novembre si è rivelato un buon mese,
sia per numero di libri letti che per qualità.
Ben Blacker & Ben Acker: The
Thrilling Adventure Hour. È una graphic novel che nasce da un
podcast che nasce da uno spettacolo teatrale costruito come i
radiodrammi di una volta. È molto divertente, a volte fa anche
commuovere. Le storie all'interno forse perdono un poco rispetto a
quelle del podcast, ma le tavole sono assolutamente fantastiche. Gli
dedicherò un post apposito.
Cormac McCarthy: Figlio di dio. A volte
la leggenda è più grande del libro. Pensavo di ritrovarmi a leggere
le descrizioni più abiette che si possono ritrovare nella
letteratura mondiale. Pensavo che la perversione del protagonista
fosse inenarrabile, pensavo che McCarthy si fosse spinto la dove
nessuno era mai arrivato. Invece ho trovato una storia di
emarginazione, forte senza dubbio, ma senza quei particolari un po'
temuti e un po' cercati. Lo stile dello scrittore americano è come
al solito molto scarno ma non per questo meno efficace. Un libro
importante.
Charlaine Harris: A punto morto.
Penultimo capitolo delle storie di Sookie. Le ultime quindici pagine
mi hanno lasciato a bocca aperta perché non mi aspettavo la piega
presa dalla storia. Mi succede sempre con la Harris.
J.K. Rowling: Harry Potter and the
philosopher's stone. Poco da dire, me lo sto rileggendo in inglese,
la magia è ancora tutta lì. Incantato.
Tess Gerritssen: Corpi senza volto.
Finalmente Maura Isles entra nella serie da protagonista e questo da
al terzo romanzo un sapore diverso dai due precedenti. Una donna
diversa dal detective Rizzoli, una donna forte, in posizione che
conta ma con le sue fragilità che non ne sminuiscono per niente il
carattere, anzi lo arrochiscono. Un bel caso con delle svolte
inattese. È una serie che consiglio vivamente.
Charlaine Harris: Morti per sempre.
Arrivato alla fine, triste perché non potrò più tornare a Bon Temps,
contento perché siamo arrivati alla conclusione, sapere come va a
finire la storia è una delle godurie maggiori dei libri. Leggerò
sicuramente altro della Harris, è una scrittrice che mi piace molto.
Douglas Adams: La lunga oscura pausa
caffè dell'anima. Il secondo romanzo dedicato a Dirk Gently mi ha un
po' deluso soprattutto sul finale. Adams è partito da spunti molto
interessanti e curiosi ma secondo me si è un po' perso nel mezzo. Lo
stile è quello suo, inconfondibile. Peccato.
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